Dalla sicurezza globale alla riflessione spirituale: le ultime da Israele
Missili russi nel Mar del Giappone: lo sguardo di Gerusalemme
Il Ministero della Difesa russo ha diffuso le immagini del lancio di missili da crociera “Kalibr” e “Uran” da parte della fregata russa nel Mar del Giappone durante un’esercitazione navale su larga scala. Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, Mosca ha voluto mostrare la propria capacità di proiezione strategica in un’area dove si intersecano gli interessi di Russia, Cina, Giappone e Stati Uniti.
Per Israele, che osserva con attenzione ogni movimento che possa alterare gli equilibri internazionali, la mossa di Vladimir Putin rappresenta un ulteriore segnale della crescente instabilità globale. A Gerusalemme il tema viene seguito con particolare interesse per due motivi:
- il rafforzamento dell’asse Mosca-Teheran, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza mediorientale;
- l’impatto indiretto su Stati Uniti e Giappone, due partner chiave per la difesa israeliana.
Parashat Re’eh: la misericordia come eredità
Sul piano culturale e religioso, le pagine di Torah che si leggono questa settimana – Parashat Re’eh – offrono spunti di riflessione che risuonano profondamente nell’opinione pubblica israeliana. Il commento pubblicato dal quotidiano sottolinea come “il dono della misericordia” sia parte integrante dell’identità ebraica, un’eredità trasmessa di generazione in generazione e radicata “tanto in profondità da diventare parte della nostra stessa natura”.
Tra i passaggi più citati dal pezzo:
- il richiamo al patriarca Abramo, simbolo di ospitalità e compassione;
- il riferimento ai sopravvissuti della Shoah, testimoni viventi di come la misericordia possa convivere con il trauma;
- la connessione con l’IDF, chiamata a bilanciare fermezza operativa e sensibilità umana.
Rabbi Leo Dee: “Dal fidanzamento alla costruzione della casa con Dio”
Un secondo intervento dedicato alla medesima porzione settimanale di Torah proviene dal rabbino Leo Dee. Il religioso invita il popolo ebraico a “superare la fase di fidanzamento” con il divino e a “costruire la propria casa con Dio a Gerusalemme”, trasformando la relazione spirituale in una realtà tangibile.
Il messaggio di Rabbi Dee ruota attorno a tre pilastri:
- Coraggio: la capacità di andare oltre la semplice promessa e assumersi responsabilità concrete.
- Comunità: il richiamo a un impegno collettivo che unisca le diverse anime del mondo ebraico.
- Gerusalemme: fulcro storico e simbolico di questo cammino, non solo città ma “casa” da edificare insieme.
Un filo rosso tra politica e fede
Le notizie odierne, seppure appartenenti a registri differenti, tracciano un filo rosso che unisce sicurezza internazionale e identità spirituale. Da una parte Israele continua a monitorare le manovre militari globali per preservare i propri interessi strategici; dall’altra, il calendario liturgico richiama il Paese alle radici etiche su cui quelle stesse strategie dovrebbero poggiare.
In un momento storico segnato da tensioni su scala planetaria, la doppia pagina – militare e teologica – ricorda quanto la postura dello Stato ebraico sia complessa: chiamata a difendersi in un ambiente turbolento, ma anche a riflettere sulla propria missione morale, tanto nei confronti dei cittadini israeliani quanto verso la comunità mondiale.
Fonti
- “Russia performs drills in Sea of Japan, launches missiles”, The Jerusalem Post, 22 agosto 2025 – https://www.jpost.com/international/article-865013
- “Parashat Re’eh: The gift of mercy”, The Jerusalem Post, 22 agosto 2025 – https://www.jpost.com/judaism/torah-portion/article-864873
- “Rabbi Leo Dee shares thoughts on Parshat Re’eh, engagement”, The Jerusalem Post, 22 agosto 2025 – https://www.jpost.com/judaism/torah-portion/article-864971