Salta al contenuto
Torna indietro

Medio Oriente in fermento: escalation a Gaza e nuove mosse anti-ISIS

Medio Oriente in fermento: escalation a Gaza e nuove mosse anti-ISIS

Attività contro il corridoio umanitario di Rafah

Un razzo lanciato da miliziani palestinesi ha colpito mercoledì sera la zona di distribuzione degli aiuti umanitari nei pressi del corridoio di Morag, a Rafah, nella Striscia di Gaza. Il proiettile è esploso a circa 250 metri dal sito, senza provocare vittime ma seminando panico tra le ONG e i civili in attesa di generi di prima necessità. L’IDF ha condannato l’attacco definendolo “un grave atto di sabotaggio dell’assistenza ai residenti di Gaza” e ha annunciato “risposte mirate” contro i responsabili.
(Fonte: The Jerusalem Post, 24 luglio 2025)

Ferito grave un soldato della 188ª Brigata corazzata

Sempre nel sud della Striscia, un militare del 71° Battaglione carri della 188ª Brigata è rimasto gravemente ferito dall’esplosione di un colpo di mortaio durante un’operazione dell’esercito israeliano nell’ambito dell’offensiva “Spade di Ferro”. Il soldato è stato evacuato in elicottero al Soroka Medical Center di Beer-Sheva, dove è stato sottoposto a intervento chirurgico d’urgenza. L’IDF non ha diffuso dettagli sull’operazione in corso, limitandosi a confermare che “i combattimenti proseguono contro cellule terroristiche nel settore meridionale”.
(Fonte: Israel National News, 24 luglio 2025)

Baghdad rafforza il fronte anti-ISIS: incontro al-Sudani–Lambert

Sul fronte regionale, il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani ha ricevuto a Baghdad il brigadier generale Kevin J. Lambert, nuovo comandante della missione statunitense anti-ISIS. L’incontro, tenutosi poche ore prima del Consiglio di sicurezza nazionale iracheno, mira a rilanciare la cooperazione militare con Washington contro le cellule del sedicente Califfato ancora attive tra Iraq e Siria. Secondo fonti governative, al-Sudani avrebbe sollecitato “un aumento del supporto di intelligence” alla vigilia di una possibile offensiva congiunta nella regione di Anbar.
(Fonte: The Jerusalem Post, 24 luglio 2025)

Analisi: la convergenza delle crisi

  1. Gaza resta il principale focolaio di tensione: l’attacco al sito umanitario rischia di compromettere i fragili corridoi di aiuto finora negoziati con il sostegno dell’Egitto.
  2. L’ennesimo ferimento di un soldato israeliano evidenzia la pericolosità delle operazioni a ridosso di Rafah e Khan Yunis, dove Hamas e Jihad Islamica continuano a fare largo uso di mortai a corto raggio.
  3. Sullo sfondo, la lotta all’ISIS riacquista centralità: se Baghdad rilanciasse realmente una campagna congiunta, Israele guarderebbe con interesse al contenimento del jihadismo sunnita lungo il proprio confine nord-orientale.

In questo mosaico di crisi, Tel Aviv resta in massima allerta: la sicurezza interna dipende non solo dagli sviluppi a Gaza ma anche dall’equilibrio regionale in Siria e Iraq, dove la minaccia jihadista potrebbe riaccendersi con ripercussioni dirette per lo Stato ebraico.


Fonti


Condividi questo articolo su:

Articolo precedente
Israele tra diplomazia regionale, libertà di stampa e minacce nucleari
Articolo successivo
Israele al centro dell’attenzione: tra aggressioni all’estero, pressioni internazionali e dibattito interno